Era una giornata di sole quella in cui
il piccolo Lee veniva alla luce, era nato a Deluun Boldog in
Mongolia, era il 16 aprile 1162.
Lee non sapeva che il suo futuro
sarebbe stato segnato da battaglie per la conquista di nuove terre e
che sarebbe presto diventato il capo di un grande popolo, rimanendo
così nella storia come il più grande condottiero che sia mai
esistito.
Lee crebbe tra rivolte e battaglie, il
popolo della sua terra era in tumulto e spesso gli accampamenti
venivano incendiati e così erano costretti a fuggire per non morire.
All'età di cinque anni mentre si
trovava nei boschi insieme alla sorella, al fratello e ad altri
bambini della tribù scorse tra gli alberi una luce, sembrava
provenisse da un fuoco, ma non era la classica luce rossa che vedeva
ogni sera quando calavano le ombre sull'accampamento, era una luce
azzurra, fioca che si spostava tra gli alberi come se una mano la
stesse reggendo e trasportando.
Si guardò indietro, i suoi
compagni erano ipnotizzati da quello spettacolo, ma erano troppo
impauriti per poter seguire la luce, così Lee il più coraggioso del
gruppo si incamminò per seguire la sfera stando bene attento a non
perdere di vista i suoi compagni.
Ad un tratto la luce si
fermò come se volesse fargli capire che stava facendo la cosa
giusta, poi la sfera si spostò di qualche metro in avanti e Lee si
accorse che stava entrando in una grotta il cui soffitto era
ricoperto di strane forme a cono
che lasciavano cadere di tanto in tanto una minuscola goccia d'acqua.
Proseguì seguendo la luce
anche se la paura cominciava a farsi sentire sempre più forte,
improvvisamente davanti ai suoi occhi si mostrò uno spettacolo
meraviglioso, la grotta si apriva in un immenso teatro di cristalli
che luccicavano in tutti i colori e che davano l'impressione di
essere immersi nell'universo e di poter quasi toccare le stelle, ma
Lee sapeva bene che quelle non erano stelle e che non si trovava
nell'universo, eppure visto con gli occhi di un bambino sembrava
proprio così.
A quei tempi i popoli
basavano molte delle loro credenze sull'osservazione delle stelle e
Lee stava cominciando ad imparare a leggerene le indicazioni in modo
da orientarsi per trovare la via di casa, sapeva che gli accampamenti
erano sempre orientati verso est, sapeva che per trovare il muschio
per preparare il cantuccio su cui dormiva bisognava guardare verso
nord e che ogni costellazione poteva indicare la via per una nuova
destinazione.
Lui però non si fermava
alla semplice osservazione delle stelle, Lee era particolarmente
attratto dalla magia, e dalle infinite forme che il fuoco poteva
assumere, spesso infatti osservando il fuoco i saggi del tempo
sapevano indicare se sarebbe presto arrivata una battaglia o se il
popolo fosse stato colpito da una grave malattia.
Lee avrebbe voluto imparare
a leggere il fuoco, ma lui era il figlio del capo tribù e doveva
imparare l'arte della guerra, non l'arte della veggenza, quella
spettava ai poveri.
Erano ormai mesi però che
Lee era affascinato dalla grotta della luce e andava ad osservare la
stanza delle pietre ogni volta che poteva.
C'erano pietre rosse,
azzurre, verdi, e le strane forme a cono lo affascinavano come il
grande fuoco della sera.
Un giorno, mentre si trovava
all'interno della grotta, sentì all'esterno un gran baccano, urla di
guerra e di terrore un altro attacco delle tribù vicine era
iniziato, “perché?” si chiede Lee, forse una giovane era stata
rapita dalla tribù per vendetta.
Lui però era pervaso da una
strana sensazione, sapeva che in quella grotta sarebbe stato al
sicuro anche se intorno a lui nei boschi si stava combattendo per
salvare la tribù!
Sentì sua madre che lo chiamava piangendo, ma
lui non rispose perché se lo avesse fatto sarebbe stato preso dai
nemici e magari ucciso o usato come schiavo.
Rimase nella grotta per ore,
cominciava ad avere fame, ma sapeva che i nemici erano ancora nei
boschi non poteva avventurarsi in cerca di cibo era ancora troppo
pericoloso.
Si sdraiò quindi sul
terreno duro e si addormentò, fu una notte travagliata, immagini di
incendi e fulmini pervasero i suoi sogni e la fame si faceva sempre
più forte, poi gli incubi si calmarono e nel sogno apparve una
figura umana di donna che le disse con voce calma: “credi nei
sogni piccolo Lee! La vita non è bella senza sogni, se vuoi
combattere fallo per te stesso non per chi ti impone di farlo, impara
l'arte della veggenza può sempre esserti utile, impara a conoscere i
segreti delle stelle saprai orientarti nelle sere più buie, buona
fortuna Piccolo Lee!!”.
Si svegliò di soprassalto
ebbe la sensazione che quello non fosse stato un semplice sogno, la
battaglia era ormai finita e lui non poteva digiunare ancora, prese
la sua sacca la riempì con pietre preziose e la nascose all'interno
di un grande albero all'entrata della grotta, poi si avviò verso
l'accampamento.
Arrivato all'accampamento
vide che non era stato bruciato, era quasi intatto e la gente stava
cominciando i preparativi per le cerimonie funebri.
Si diresse verso la tenda
del padre e lo vide per la prima volta piangere.
“Cosa è successo padre?”
chiese preoccupato “ piccolo Lee, la mi adorata moglie è morta
mentre dava alla luce la tua sorellina!” rispose il padre “ ma
non è tutto il tuo fratello maggiore Tajin è stato ucciso dai
soldati dell'accampamento vicino secondo uno dei metodi più crudeli,
è venuto il momento di insegnarti l'arte della guerra!” poi
abbracciò il figlio e lo condusse fuori.
Rimasero in silenzio per
alcuni minuti poi Lee prese la parola “padre, io voglio imparare
l'arte della guerra per diventare come te un valoroso condottiero, ma
voglio anche imparare l'arte della lettura del fuoco per saper
proteggere il mio popolo, e voglio anche imparare l'arte
dell'orientarmi con le stelle per viaggiare anche nelle notti più
buie!”.
Il padre stupito da questa
richiesta lo guardò per qualche secondo poi con un sorriso disse “se
è questo che vuoi figlio mio, ti insegnerò l'arte della guerra e
chiamerò gli uomini più saggi per insegnarti l'arte di leggere il
fuoco!” poi si allontanò dal ragazzo per andare a parlare con i
sacerdoti che dovevano occuparsi dei riti funebri.
Al tramonto le salme dei
defunti disposte una accanto all'altra vennero messe attorno al fuoco
e cominciarono i riti, con canti e balli propiziatori poi calata
ormai la notte vennero caricati sui carri e portati sul monte dove si
sarebbero compiuti i riti di passaggio.
Per tradizione i poveri
venivano seppelliti attorno ad una pietra piatta sopra cui sarebbero
stati cremati i sovrani, quella notte la madre e il fratello di Lee
vennero adagiati su un letto di rami secchi avvolti in sudari
bianchi, e venne acceso un fuoco chiamato il fuoco della depurazione.
I corpi dei poveri venivano
messi attorno ai sovrani perché si credeva che avrebbero potuto
proteggerli una volta arrivati nell'aldilà.
Le ceneri dei sovrani invece
venivano lasciate cadere nel fiume Herlen che le avrebbe condotte
fino alla porta dell'aldilà.
Passarono molti inverni e
Lee non riuscì più a tornare alla grotta delle pietre, un giorno
però, il saggio della tribù le affidò un compito, “vai nella
foresta e trovati un posto tranquillo dove accendere un fuoco, li
siediti davanti al fuoco e contemplalo fino a quando non ne avrai
trovato la vera essenza, poi torna qui e dimmi cosa hai trovato!”.
Subito il ragazzo si
incamminò e decise che il posto dove poteva andare sarebbe stata la
grotta, nonostante fossero passati mesi lui si ricordava
perfettamente la strada, arrivò all'albero cavo e vide che la
bisaccia era ancora li, la prese e si stupì quando si rese conto che
era ancora piena, poi entrò nella grotta, accese il fuoco, si
sedette e cominciò a contemplarlo.
Ben presto però la fame e
il sonno si fecero sentire e lui dopo un pasto a base di carne di
Argali si addormentò, al suo risveglio vide che il fuoco era spento
e decise di riaccenderlo, ma non c'era più legna, e quella che era
fuori era bagnata perché nella notte aveva nevicato.
Allora decise di tornare
all'accampamento, prese la sua bisaccia e la nascose ancora
nell'albero cavo.
Arrivato all'accampamento
trovò il vecchio saggio che osservava il fuoco, e senza alzare lo
sguardo gli chiese “cosa hai capito guardando il fuoco!” il
ragazzo si sedette e disse “ho capito che bisogna osservare il
fuoco per non farlo spegnere, mentre io mi sono addormentato e ora
non ho più la legna per riaccenderlo e scoprirne i segreti!”
“tu hai fatto quello che
molti stolti fanno, si sono addormentati quando in realtà dovevano
rimanere vigili e attenti, se ti fossi trovato ad un passo dalla
battaglia e ti fossi addormentato saresti morto, prendi questi legni
e torna nella foresta, riaccendi il fuoco e bada bene a non
addormentarti!”.
Prese i rami che il vecchio
saggio gli indicava e si incamminò ancora nella foresta, riprese la
sua bisaccia e entrò di nuovo nella grotta, poi riaccese il fuoco e
riprese ad ammirare le infinite forme.
Vide che nel fuoco si
potevano scorgere orde di guerrieri che arrivavano in sella ai loro
cavalli con le spade levate, vedeva la sua gente morire per salvare
figli e animali, aveva finalmente imparato a contemplare lo spirito
del fuoco, così prese due pietre e corse veloce fino
all'accampamento e si sedette vicino al vecchio.
“Ho visto
nemici che arrivano in sella a cavalli neri, stanno per attaccare e
la nostra tribù verrà presto distrutta, dobbiamo andarcene e
lasciare questa terra!” disse con voce rotta “ si ragazzo il
nemico sta arrivando, ma non dobbiamo lasciare la nostra terra,
dobbiamo difenderla perché è qui che tu dovrai combattere per la
prima volta, contemplando il fuoco ho visto che sei ormai pronto alla
battaglia, ora lasciami solo per favore!”.
Lee allora entrò nella
tenda del padre e lo vide seduto al tavolo intento a leggere della
carte, si sedette accanto a lui e disse “ padre il nemico è in
arrivo, l'ho scorto nel fuoco e la nostra popolazione sarà
distrutta, devi convincere il vecchio saggio a far spostare il
popolo!” il padre alzò gli occhi “ figlio mio, tu hai ormai 20
anni devi saper prendere le decisioni più giuste per il tuo popolo,
io sono troppo vecchio ormai!” disse il padre con voce roca “se
sai che la decisione più giusta è muovere il popolo bene domani
partiremo, ma sappi che se sulla nostra strada troveremo il nemico,
tu dovrai guidare l'esercito alla battaglia!” poi si alzò e uscì
dalla tenda lasciando da solo Lee.
Ad un tratto il giovane uomo
capì cosa doveva fare, corse fino alla grotta, riaccese il fuoco e
ricominciò a contemplarlo, le orde di soldati non erano quelle del
nemico erano le sue truppe e i popoli distrutti erano quelli che
sarebbero stati da lui governati.
Tornato all'accampamento
chiamò i tesorieri, si fece dare un grande scrigno, un carro e degli
schiavi, guidò il gruppo fino alla grotta, poi tre schiavi lo
seguirono all'interno della grotta con lo scrigno, non sapevano però
la strada che avevano fatto per raggiungere la grotta in quanto erano
stati bendati, aprirono lo scrigno e lui cominciò a staccare le
pietre una ad una fino a riempire lo scrigno, poi usciti dalla grotta
gli schiavi vennero nuovamente bendati e issati sul carro e tornarono
all'accampamento.
“Padre, so quello che devo
fare, domani partirò alla volta di nuove terre, ho bisogno di un
esercito, non posso conquistare terre da solo!” disse Lee “ bene
figliolo, domani all'alba avrai il tuo esercito di uomini!”
L'alba sembrò non arrivare
mai, ma quando Lee si svegliò vide che fuori dall'accampamento
c'erano migliaia di uomini pronti a combattere per lui per
conquistare nuovi territori, si vestì, montò a cavallo e partì
alla volta di nuovi orizzonti; conquistò terre dopo terre diventando
un sovrano crudele e violento, i nemici non avevano scampo, le donne
venivano portare via e i sovrani venivano uccisi con i metodi più
brutali, poi raggiunta la vecchiaia decise di tornare al suo paese di
origine per farsi seppellire nella sua amata grotta.
Ci vollero più di due anni
per tornare nella sua terra, percorsero fiumi, deserti, mari e
montagne, molti soldati morirono e molte donne furono rapite e molti
furono gli schiavi lungo il cammino del popolo di Lee.
Giunto alla sua casa il
vecchio sovrano volle fare da solo quel suo ultimo viaggio, con molta
fatica raggiunse la grotta, molte delle strutture a cono si erano
ingrossate, nuove pietre erano emerse grazie all'erosione dell'acqua,
così chiamò il suo figlio prediletto e gli disse: “Figliolo,
voglio che questa grotta faccia parte della tua vita, ma bada bene,
deve essere un segreto, lo devi tramandare solo al tuo primogenito,
che lo dovrà tramandare al suo e così via, qui è custodito il
segreto che ora ti sto per rivelare.. credi
nei sogni perchè la vita non è bella senza sogni, se vuoi
combattere fallo per te stesso non per chi ti impone di farlo, impara
l'arte della veggenza può sempre esserti utile, impara a conoscere i
segreti delle stelle saprai orientarti nelle sere più buie!! questo
è quello che mi tramandò mia madre prima di morire, e questo è
quello che tramando a te prima di lasciare per sempre la terra dei
mortali!! ricordati che qualunque strada vorrai intraprendere io ti
sarò al fianco!” poi uscì e si diresse verso la sua tenda
“soldati, da ora il vostro sovrano sarà mio figlio Quing He io sto
per morire e non ho più la forza di combattere, vi chiedo solo di
seppellirmi dove ho indicato a mio figlio voglio rimanere sulla terra
per vivere per sempre vicino alla mia gente!” poi entrò nella
tenda, si sdraiò sul letto e si addormentò per sempre, coccolato
dal freddo abbraccio della morte.
Come
richiesto il condottiero venne seppellito nella grotta delle pietre,
che venne sigillata e sparì per sempre inghiottita dalla
vegetazione.
Da
allora non si sa più dove si trova la tomba del grande condottiero
mongolo.